Lina Cavalieri
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Definita dalla stampa
dell'epoca "la donna più bella del mondo" e da Gabriele D'Annunzio "la
massima testimonianza
di Venere in terra", ricordata da Rodolfo De Angelis come una "affascinante
creatura carezzata dagli sguardi maschili
di intere città" e da Luciano Ramo come una "bella della Belle Époque", Lina
Cavalieri fu una delle più eleganti,
abili, appassionate e chiacchierate cantanti liriche italiane del primo
Novecento. Natalina (questo il suo nome di
battesimo) era nata a Viterbo da umili genitori il 25 dicembre 1874 e ancora
bambina si era trasferita a Roma in una
delle zone più popolari del quartiere di Trastevere. Fu fioraia, aiutante
sarta, operaia presso la tipografia di un giornale.
La passione per il canto la portò a debuttare in un teatrino di Piazza
Navona nell'Aprile del 1894.
Nell'autunno delle stesso anno partecipò a diversi spettacoli all'Eden, al
Circo delle Varietà e all'Eldorado
di Napoli con un repertorio di canzoni partenopee tra le quali Ninuccia (di
cui fu la prima interprete) e le
famose Maria Marì, 'O sole mio, Marechiaro e Luna Nuova.
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Quasi di
colpo si trovò all'apice della notorietà debuttando alle Folies-Bergère e
ottenendo un grandissimo
successo oltre che per la limpida e giovane voce anche per la bellezza e
l'intelligente idea di farsi
accompagnare sulla scena da un'orchestrina di dame con chitarre e mandolini.
Da Parigi passò prima a Londra, dove sposò il principe Bariatinskij (tanto
ricco da regalarle, tra l'altro,
una splendida collana di smeraldi già appartenuta a Lady Hamilton).
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E qui, nel 1944,
proprio mentre la guerra stava per concludersi, rimase uccisa da una bomba
d'aereo americana. In uno scritto di Gustavo Traglia (ricordato dal De Mura)
si legge:
"Dietro al suo carro, in quei giorni tristi e dolorosi, c'erano un prete,
sei persone, ed una folla di ricordi che però nessuno vide".
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