Lina Cavalieri

 
 
Debbo, per amor di verità,  fare una premessa: la notizia della nascita viterbese della Cavalieri è riportata
da molte fonti, non ultima l'enciclopedia Treccani. Ci sono però delle perplessità: un mio amico collezionista
sostiene che la mitica Cavalieri sia nata ad Onano (un paese della provincia di Viterbo). Il mio amico Mauro,
che per anni ha raccolto cartoline della Cavalieri (ne ha circa 250) ha letto su un giornale di qualche anno fa
che la Cavalieri è nata a Roma, nel quartiere Trastevere, da madre laziale e da padre abruzzese. Il giornale in
questione sembra riportasse anche l'atto di nascita che confermava i natali romani.

 

Sono state stampate moltissime cartoline su Lina Cavalieri; ne presento qualcuna, in compagnia del testo
tratto dal bel libro "Musica e Cartoline" di A. Virgilio Savona (uno dei componenti del mitico "Quartetto Cetra")
e di Michele L. Straniero - EdiCart editore, 1988.

 

Definita dalla stampa dell'epoca "la donna più bella del mondo" e da Gabriele D'Annunzio "la massima testimonianza

di Venere in terra", ricordata da Rodolfo De Angelis come una "affascinante creatura carezzata dagli sguardi maschili

di intere città" e da Luciano Ramo come una "bella della Belle Époque", Lina Cavalieri fu una delle più eleganti,

abili, appassionate e chiacchierate cantanti liriche italiane del primo Novecento. Natalina (questo il suo nome di

battesimo) era nata a Viterbo da umili genitori il 25 dicembre 1874 e ancora bambina si era trasferita a Roma in una

delle zone più popolari del quartiere di Trastevere. Fu fioraia, aiutante sarta, operaia presso la tipografia di un giornale.

La passione per il canto la portò a debuttare in un teatrino di Piazza Navona nell'Aprile del 1894.

Nell'autunno delle stesso anno partecipò a diversi spettacoli all'Eden, al Circo delle Varietà e all'Eldorado

di Napoli con un repertorio di canzoni partenopee tra le quali Ninuccia (di cui fu la prima interprete) e le

famose Maria Marì, 'O sole mio, Marechiaro e Luna Nuova.

 

 

Quasi di colpo si trovò all'apice della notorietà debuttando alle Folies-Bergère e ottenendo un grandissimo
 
successo oltre che per la limpida e giovane voce anche per la bellezza e l'intelligente idea di farsi

accompagnare sulla scena da un'orchestrina di dame con chitarre e mandolini.

Da Parigi passò prima a Londra, dove sposò il principe Bariatinskij (tanto ricco da regalarle, tra l'altro,

una splendida collana di smeraldi già appartenuta a Lady Hamilton).

 

 
Ma la Cavalieri (non Cavallieri, come erroneamente nominata in qualche cartolina d'epoca) non poteva resistere

al richiamo del palcoscenico. Ottenne il divorzio, tornò in Italia, studiò canto lirico con Mariana Masi, e dopo appena

un anno di tirocinio debuttò al teatro San Carlo di Napoli nella Bohème di Puccini, replicando uno strepitoso successo.

Ebbe così inizio per lei una lunga serie di trionfi in tutto il mondo, da New York a Londra, da Roma a Parigi,

accanto a celebri nomi della lirica quali Caruso e Tamagno.

 

 
Si sposò nuovamente (e nuovamente divorziò) prima con un milionario americano e poi con un tenore francese,

interpretò alcuni film, incise dischi e mise a frutto la sua straordinaria avvenenza aprendo una "Maison

de beautè" in Avenue Victor Emmanuel, a Parigi, frequentatissima dalla migliore nobiltà di Francia e dell'intera

Europa. Poi, quando il suo viso non serbò più tracce del passato splendore, si nascose nella sua villa di Fiesole.
 

E qui, nel 1944, proprio mentre la guerra stava per concludersi, rimase uccisa da una bomba

d'aereo americana. In uno scritto di Gustavo Traglia (ricordato dal De Mura) si legge:

 "Dietro al suo carro, in quei giorni tristi e dolorosi, c'erano un prete,

sei persone, ed una folla di ricordi che però nessuno vide".