Viterbo: piazza dei Caduti
(Sacrario)
Scendendo da piazza del Comune per l'attuale via Ascenzi si giunge a Piazza
dei Caduti (più conosciuta come Sacrario) ed a via Marconi.
Tutta l’attuale zona del Sacrario (via Ascenzi, piazza del Sacrario, via
Marconi, piazza Verdi, via Fratelli Rosselli)
nacque con i lavori deliberati nel
1929 ed eseguiti tra il 1932 ed il 1938 che videro la demolizione delle case
medioevali
che si affacciavano sul torrente
Urcionio che scorreva dove ora c'è via Marconi, la copertura dello stesso
torrente ed il
riempimento della gola che lo
ospitava e l'interramento del ponte Tremoli, che univa il quartiere di San
Faustino al resto della città.
Vennero costruiti l’ edificio
postale e la banca d’ Italia. Via della Pescheria, che era la via che usciva
dall’ archetto di Piazza del Plebiscito e che,
oggi come allora, sfocia in via di
Valle Piatta, venne sostituita dall’attuale via Ascenzi (ex via Littorio, ex
via della Repubblica, ex via Giacomo Matteotti).
via Ascenzi e via Valle
Piatta
La Chiesa di S. Maria della
Salute
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Il piccolo tempio di S. Maria della
Salute fu commissionato, nel 1320, dal filantropo viterbese Maestro Fardo di
Ugolino
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per accrescere l’ importanza di un
vicino ricovero eretto da lui stesso in Via di Valle Piatta per “quelle
repentite che possono esser
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tolte alla mala vita e ricondotte
sul retto sentiero”. Tale ricovero si era dimostrato un fallimento,
poiché “… le giovani etère viterbesi,
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che certo preferivano le gioie
della carne e del peccato all’ austera ospitalità che loro offriva il
filantropo di Valle Piatta, seguitarono a
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prodigare le loro grazie ai baldi
cavalieri cittadini ed alle soldatesche imperiali e papali, e il ricovero
rimase deserto”.
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(A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi
monumenti, Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, p. 168).
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La chiesa presenta una caratteristica pianta triloba ed un notevole portale
marmoreo che dovette essere realizzato da un artista
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“con tutta probabilità forastiero”,
forse legato alla bottega di Lorenzo Maitani, attivo, in quegli anni, nel
cantiere del Duomo di Orvieto.
Palazzo Guidacci (o
Guiducci)
Il Tempietto di S. Maria
della Peste
Il piccolo tempio dedicato a Santa
Maria della Peste, eretto nel 1494 probabilmente per invocare la protezione
celeste
dalle pestilenze che spesso si
abbattevano sulla popolazione, è “un tempietto ottagono sormontato da una
cupola a mattoni
embricati in piano, e di
proporzioni eleganti ed armoniche. E’ decorato esternamente con cornici, paraste
e ornati a candeliera negli stipiti
della porta principale, ma tutto
un po’ danneggiato per le sfaldature prodottesi nel peperino...”
(A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi
monumenti, Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, p. 318).
La ex Chiesa di san Giovanni
Battista degli Almadiani
La chiesa di san Giovanni venne
fondata da monsignor Giovanni Battista Almadiani, protonotario apostolico nel
1514 che
“trovandosi in Germania ed avendo
colà assistito un suo amico che si rammaricava, morendo di non aver potuto
attuare in vita il proprio
desiderio di fondare un convento
per religiosi Carmelitani, gli promise che egli lo avrebbe fondato in Viterbo
sua patria...”
(A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, 1915-20, ristampa
anastatica, Viterbo, 1988, p. 322).
S. Giovanni Battista degli Almadiani
(o a Ponte Tremoli o dei Frati secondo l'antica toponomastica) realizzata su
disegno del
maestro Bernardino di Giovanni da
Viterbo, insieme alla diruta chiesa di S. Maria delle Fortezze può essere
considerata
un modello di architettura
chiesastica rinascimentale, inserita, nella tradizione medievale della città
attraverso il rimando al
romanico viterbese visibile nella
strutturazione dell’interno e il richiamo al gotico nel campanile che si
ispira a quello del duomo.
Vedute ed ex parcheggio bus
Fontana al paracadutista
d'Italia
Inaugurata nel 1966, è stata ideata da
Paolo Caccia Dominioni, mentre le ali in bronzo sono opera di Vittorio di
Colbertaldo
via Marconi