Viterbo: Prato Giardino (o
Pratogiardino), ovvero il parco pubblico. Quel polmone verde che da più di due
secoli vede i Viterbesi
che passeggiano per i suoi viali, le mamme che portano
a giocare i bimbi oppure che spingono le carrozzine in cerca d'ombra;
gli
studenti che da Settembre a Giugno nella mattinata occupano i piazzali dopo
aver bigiato la scuola; i bimbi che corrono e
gli anziani che se la pigliano
calma... In passato Pratogiardino ha ospitato manifestazioni di vario genere
(concerti,
spettacoli, tombole ecc.) e, cosa
poco nota a Viterbo, è stato addirittura luogo di
pubblica esecuzione.
Sin dal XIV secolo il terreno
occupato dal Prato Giardino era caratterizzato dal nome Giardino ed
apparteneva dapprima alla
Dogana del Patrimonio, poi dopo la costruzione della
Rocca, venne utilizzato come campo di esercitazione per le milizie papali.
Divenne proprietà pubblica solo dal 1847 dopo esser stato lasciato in completo
abbandono e fu destinato, per la sua ubicazione
favorevole, alla pubblica
utilità. I lavori di sistemazione ebbero inizio nel 1855 su progetto
dell’architetto Crispino
Bonagente; nel 1865 fu terminato il muro di cinta; il
cancello d’ingresso venne realizzato su disegno dell’architetto Virginio
Vespignani, ma, irrimediabilmente rovinato dai bombardamenti dell’ultima
guerra mondiale, fu sostituito nel 1950 con un
nuovo cancello realizzato su
disegno di Rodolfo Salcini. La prima festa vi si tenne il 5 maggio 1872 a cura
della Società di
Mutuo Soccorso (cfr. M. GALEOTTI, L' Illustrissima città di
Viterbo, Viterbo, 2002, pp. 22-25 ).
Il prato d’una volta fu così
trasformato da “ombrosi viali, chioschi, laghetti e fontane [...] in un
pubblico passeggio signorile ed elegante: lo decorano
i busti marmorei di Amedeo di Savoia e di
Vittorio Emanuele II e quello in bronzo di Giuseppe Mazzini, opera egregia di
Ettore Ferrari”
(A. SCRIATTOLI, I monumenti di
Viterbo, Viterbo 1929, p. 29).