Viterbo: Porta della Verità e dintorni

Un'altra delle porte di ingresso alla Viterbo medioevale. Attualmente uno dei nodi nevralgici del traffico cittadino, possiamo vederla qui in
alcune cartoline che vanno dagli inizi del secolo sino alla fine degli anni '40. Senza l'assillo degli autoveicoli si può ammirare la cinta muraria
di Viterbo in tutta la sua possenza. Sulla piazza Crispi (ex parco della Rimembranza) di fronte la porta della Verità sorgeva il convento
di S. Maria della Verità (ora museo civico) con il suo bel chiostro che puoi vedere nella sezione "Chiostri"
 
 
La Chiesa e il Convento di S. Maria della Verità
 
La tradizione vuole che una prima chiesa, con la dedica a San Macario, sia stata fondata nel secolo XII dai monaci Premostratensi nel luogo
in cui oggi sorge il complesso di S. Maria della Verità. Il titolo del complesso è legato ad una pia leggenda: nel maggio del 1446 tre
bambini entrati nella chiesa videro la Madonna sotto forma di bella signora con la quale si intrattennero a parlare: qualche giorno dopo,
tornati nella chiesa videro la bella signora seduta sul suo altare. Riportata la notizia in città, il popolo cominciò a gridare al miracolo.
I tre fanciulli furono interrogati dal vescovo che “.. li fa minacciare e sferzare perfino, ma essi non fanno che ripetere con fermezza:
Verità, verità... e della Verità fu chiamata da allora la chiesa dove era avvenuta l’apparizione prodigiosa” (A. SCRIATTOLI, Viterbo
nei suoi monumenti, Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, p. 345). Tuttavia esiste una pergamena datata 1281 della
biblioteca del convento di S. Maria in Gradi in cui si cita una chiesa intitolata a Santa Maria della Verità.
 
 
Il Palazzo di Federico II
 
Nel 1242 l’imperatore Federico II decretò la costruzione di un sontuoso palazzo, avendo dichiarato la città di Viterbo Aula Imperiale e,
come ricorda il cronista Niccolò della Tuccia, vi fece impiantare una terribile prigione. Prima del definitivo completamento, però, il palazzo,
nel 1250, fu distrutto per ordine del Cardinal Raniero Capocci “il quale volle con ciò riscattarsi d’una eguale distruzione del suo Palazzo presso
San Bartolomeo [...] consumata tre anni innanzi per mano di Federico d’Antiochia, uno dei bastardi di Federico II ”. Per far si che il palazzo non fosse
più costruito il cardinale ordinò che ne luogo in cui sorgeva fosse costruito un tratto delle mura cittadine. (C. PINZI, I principali monumenti
di Viterbo, Viterbo, 1916, p. 160; cfr. A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, pp. 72-73).
I ruderi del palazzo di Federico II sono emersi nel corso dei lavori per la realizzazione della Via di Circonvallazione (oggi Viale R. Capocci) nel 1887.
 
 
Porta della Verità

La Porta era detta in antico Porta dell’Abate per la vicinanza con il Monastero dei Premostratensi, e anche di Porta di S. Matteo in onore
dell’omonima chiesetta poco lontana. La porta attuale, come si può leggere nell’epigrafe che sormonta il fornice d’accesso (arco usato in
edifici a carattere monumentale come passaggio o sostegno), venne fatta erigere dal Comune nel 1728 in sostituzione di quella precedente.
Dice, infatti, l’epigrafe: “Il municipio di Viterbo per decoro della città e per comodità pubblica, aveva fatto erigere in più ampia ed ornata forma quella porta
al posto di quella rozza e quasi, per vetustà, in ruina, già ivi esistente che era stata onorata dal ripetuto passaggio del detto sommo Pontefice e l’aveva nominata
da lui per gratitudine dei beneficii che Egli aveva largito alla città, concedendo la toga romana (romana trabea) ossia il rubbone d’oro, ai Conservatori (magistrati)
e la mitra pontificale ai canonici e che del pari era grata a Giacomo Oddi, governatore vigilantissimo che, avendo risarcito le vie della Città, lastricandole con antica
magnificenza di pietre levigate, si era reso benemerito dei cittadini e dei forastieri”.
(cfr. A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, p. 70).
 
 
 
 
 
 
 
 
Piazza Dante Alighieri - ex convento e chiesa di Santa Caterina
 
Il Monastero domenicano di santa Caterina fu fondato nel 1520 per donazione di due nobili viterbesi, Nicola Bonelli e
Giambattista Cordelli. Dopo la soppressione del 1870, la Chiesa fu adibita a sede provvisoria della Biblioteca.
Dal 1912 fu trasformata in palestra e nel monastero prese sede il Regio Liceo Ginnasio Umberto I.
 
 
 
Chiesa di San Giovanni in Zoccoli
 
La chiesa di San Giovanni in Zoccoli “è un tempio notevole per la sua antichità [...] Qua dentro, tutto spira austerità, mortificazione, concetti che si
occultano nel mistero, ed aspirazioni oltramondane. Non pitture [...] non splendori di marmi e di metalli preziosi [...] nude e tetre le pareti di vivo sasso:
nudo e tetro il tetto dalle rustiche travature : nudi e tetri i tre altari collocati di fronte ed in alto sul presbiterio assai elevato dal pavimento,
per disseparare la nascente aristocrazia dei ministri del culto dal rozzo ed umile volgo dei credenti”
(C. PINZI, I principali monumenti di Viterbo, Viterbo, 1916, p. 114-115).

La chiesa è considerata uno degli edifici più antichi della città: viene, infatti, nominata in uno dei documenti del Monastero del Monte Amiata
del IX secolo quale “ecclesia S. Ioannis iuxta castrum quod vocatur Biterbium”. Tuttavia, non esistono documenti riguardanti la sua primitiva fondazione.
In uno dei libri della Parrocchia riferibile al XVII secolo, si parla della rifusione di una campana della chiesa che portava incisa la data 1037;
sulla base di questa testimonianza la tradizione riferisce la costruzione della chiesa all’XI, considerandola di forme schiettamente romaniche
(cfr. G. MAZZARONI, La chiesa di S. Giovanni in Zoccoli, in “Bollettino Municipale”, anno VII, Aprile 1934, pp. 3-10
A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, pp. 253-257
P. EGIDI, Viterbo, Viterbo, 1911, Ristampa anastatica Viterbo 1995, pp. 5-16;
C. PINZI, I principali monumenti di Viterbo, Viterbo 1916, ristampa anastatica Viterbo 1993, pp. 114-120).
 
 
 
 
 
Istituto Maestre Pie Venerini - Collegio San Giovanni in via Giuseppe Mazzini
 
 
 
 
 
Chiesa di Santa Maria della Pace e Monastero
 
La Chiesa di Santa Maria della Pace fu eretta nel 1667 per volere del Cardinal Brancaccio ma venne portata a compimento sotto
il vescovato del Cardinal Urbano Sacchetti (1683-1699), il cui stemma (rifatto nel 1976)campeggia nel timpano della facciata. La chiesa
fu consacrata nel 1671. Il titolo di santa Maria della Pace apparteneva all’adiacente Monastero tenuto dalle Terziarie dell’ordine dei
Serviti che vi avevano preso dimora sin dal 1502. Nel 1873 il Monastero fu espropriato dallo Stato e dal 1920 ospitò un asilo
infantile e una scuola normale. L'edifico venne demolito nel 1937 e nel 1938 venne inaugurato il nuovo edificio scolastico
"Principe di Napoli" (oggi intitolato a Luigi Concetti) noto a Viterbo come le "Scuole Rosse"