Viterbo: Palazzo Papale e dintorni.
Il Palazzo Papale di Viterbo fu eretto per volere del nobile Raniero Gatti
come sede del pontefice; la sua costruzione,
iniziata nel 1255, fu ultimata nel
1266. L’ anno seguente venne innalzata la loggia adiacente, per volere di
Andrea di Beraldo
Gatti, capitano del popolo succeduto
a Raniero. Il Palazzo ha ospitato ben 5 conclavi. Nel 1271, dopo quasi 3 anni
di conclave
senza che i cardinali riuscissero a
scegliere un papa, i viterbesi persero la pazienza e scoperchiarono il tetto
del salone dove i
cardinali erano riuniti, lasciandoli
esposti alle intemperie: dopo pochissimo tempo venne proclamato papa Gregorio
X.
Dal 1897 al 1908 il palazzo venne
restaurato e portato all'attuale aspetto.
La Loggia
La Loggia adiacente al Palazzo Papale “...che risultò la parte più geniale
del monumento, non era stata forse compresa in origine nel primitivo
disegno del palazzo. Tanto essa si
differenzia dal carattere rude e quasi arcigno di questo. Assai probabilmente si
trovò necessario d’ aggiungerla,
per riparare alla mancanza d’un
verone, donde il papa potesse mostrarsi in tutta la sua pompa ieratica e
benedire le turbe acclamanti, prosternate
sulla piazza” C. PINZI, Il
Palazzo Papale di Viterbo nella storia e nell’ arte, Viterbo, 1910, p. 5).
Il Duomo Di San Lorenzo
La tradizione locale vuole che il Duomo di San Lorenzo sia sorto su un antico
delubro (santuario del tempio) dedicato al dio Ercole.
La chiesa, tuttavia, viene nominata
per la prima volta in un documento del Regesto di Farfa, risalente all’ 805,
come Plebem S. Laurentii,
posta alle dipendenze della diocesi
di Toscanella, ma non si hanno notizie precise sull’ epoca in cui fu trasformata
nella “... bella e
grandiosa chiesa longobarda della
quale rimangono ancora una delle absidi minori e alcuni tratti di mura con
cortine a conci squadrati
che si veggono dalla parte del
giardino vescovile...” (A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti,
Roma, 1915-20, ristampa anastatica,
Viterbo, 1988, p. 131; cfr. C.
PINZI, Storia della città di Viterbo, Roma 1889, ristampa anastatica
Bologna 1974, vol. I, p.102).
Il titolo di cattedrale venne
attribuito all’ edificio nel 1192, da papa Celestino III, dopo che l’ imperatore
Federico I, nel 1167, aveva
innalzato Viterbo al rango di città.
L’ antica pieve quindi venne completamente ricostruita durante una campagna
edilizia portata a
termine entro i primi anni del XIII
secolo [cfr. E. PARLATO - S. ROMANO, Roma e il Lazio, Milano, 1992, p.
424].
La Casa di Valentino della
Pagnotta
La Casa medioevale conosciuta come Casa di Valentino della Pagnotta, dal nome
del facoltoso agricoltore che la abitava, posta di
fronte al Palazzo Papale, dall’
altro lato della piazza del Duomo, costituisce un “...prezioso modello di
architettura civile del XIII secolo...”
(A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi
monumenti, Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, p. 156).
Risulta essere di
“..stile gotico-italiano,
elegantissimo per le decorazioni delle cornici e delle finestre del piano
superiore" (C. PINZI, I principali
monumenti di Viterbo,
Viterbo, 1916, p. 95). “Il suo portico è una derivazione di quello comunale,
come le sue finestre sono una
ripetizione di quelle del Palazzo
Papale” (P. EGIDI, Viterbo, Viterbo, 1911, ristampa anastatica,
Viterbo, 1995, p. 31).
Parte esterna del Palazzo Papale
Seminario
Il Palazzo Farnese
Il Palazzo Farnese si innalza all’ estremità destra del Ponte del Duomo le cui
forme quattrocentesche sono da attribuire alla volontà di
Ranuccio Farnese che, nel 1431, fu
nominato tesoriere della Chiesa, ottenendo la custodia della città di Viterbo,
con il compito di difenderla
da Fortebraccio e Giacomo di Vico.
In seguito, dovette prenderne anche la cittadinanza che fu sancita con l’
acquisto di un palazzo, come
prevedeva lo Statuto del Comune. La
scelta di Ranuccio cadde su un edificio già esistente, situato alla destra del
Ponte del Duomo,
appartenuto alla Famiglia Tignosi.
Successivamente vi abitò Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III “insieme
alla bella e famosa sorella
Giulia, la quale ebbe poi tanta
influenza indiretta nella sua elevazione alla porpora e nella successiva
ascensione al Papato” (A. SCRIATTOLI,
Viterbo nei suoi monumenti,
Roma, 1915-20, ristampa anastatica, Viterbo, 1988, p. 128).
Piazza della Morte